Storia di un cappello e una macchina fotografica.
Oggi vorrei raccontarvi dell’ultimo, strepitoso albo illustrato pubblicato a marzo dall’editore Orecchio Acerbo, vincitore quest’anno del premio Andersen per la categoria “miglior libro fatto ad arte”:
“Lei, Vivian Maier”, illustrato da Cinzia Ghigliano.
Vivian Maier, una figura attorno alla quale si è creato un alone di mistero quando, per puro caso, un agente immobiliare, John Malof, trovò nel 2007, in un magazzino acquistato all’asta, una quantità esorbitante di scatti e altrettanti negativi non stampati. La bellezza e la moltitudine delle foto, tutte scattate con una Rolleiflex, incuriosirono e affascinarono Malof, il quale iniziò a pubblicarle sul suo sito e intraprese una ricerca per ricostruire la vita di questa brillante, ma sconosciuta fotografa. Vivian morì in miseria nel 2009, prima che i due potessero conoscersi. Da allora furono allestite diverse mostre in giro per il mondo per raccontare la sua opera.
Tutt’ora ve ne è una molto bella allestita dalle mie parti. Presso l’Arengario di Monza dall’8 ottobre 2016 all’8 gennaio 2017 potrete visitare la mostra ” Vivian Maier. Nelle sue mani”.
Ma oggi vorrei raccontarvi, attraverso le tavole di Cinzia Ghigliano, l’aspetto più intimo e raccolto di Vivian e la sua passione per la fotografia e per il mondo che la circondava.
Di lei si sa che per mantenersi faceva la bambinaia e che i bambini la adoravano. Introversa e un po’ schiva, esprimeva tutta la sua sensibilità verso il mondo attraverso la fotografia, una passione che però coltivava per se, non pubblicò mai in vita nemmeno uno scatto.
Le tavole di Cinzia Ghigliano, accompagnate dal breve testo, vogliono proprio immortalare le emozioni provate negli attimi prima e dopo gli scatti. Ci presentano Vivian nei suoi momenti più sereni. Ci raccontano la storia del suo cappello e della sua Rolleiflex sempre al collo…o “apoggiata sul cuore”.
Di recente, poi, ho scoperto che anche le tavole del libro vengono esposte dall’autrice, e che, ancora per pochi giorni, proprio a Monza!
Beh, proprio questa mattina mi sono precipitata e ho avuto il piacere di andare a visitare questa piccola mostra in un piccolo luogo. Ad accogliermi c’erano Cristina ed Elena Arosio, le titolari dello studio di architettura dove vengono ospitate le opere. Entusiaste del progetto mi raccontano com’è nato. Tutto merito di una libraia loro amica, Raffaella, che ha avuto l’idea di presentare il libro e l’autrice all’interno della sua piccola libreria, Virginia&Co. Ma l’allestimento della mostra presentava un problema di spazio. Così le tavole approdano al piccolo studio sito in via Foscolo.
Ed ecco che, parallelamente alla grande mostra delle opere fotografiche, viene allestito uno spazio più intimo, raccolto, dove raccontare la storia di un cappello e di una Rolleiflex, dove celebrare la figura di Vivian Maier, donna e narratrice del nostro tempo. E come Vivian Maier coltivò nello spazio intimo del cuore la sua passione, in uno spazio che è una stanza soltanto viene rappresentata la storia della sua vita. Sono convinta che a lei sarebbe piaciuto così.
Le tavole saranno in mostra fino al 3 novembre al piccolo studio di via Foscolo a Monza grazie anche alla collaborazione dell’associazione Restart. Il 4 novembre prossimo saranno temporaneamente portate in uno spazio all’interno dell‘Arengario di Monza dove nel pomeriggio Raffaella Musicò, titolare della libreria Virginia&Co e l’autrice, Cinzia Ghigliano, presenteranno questo piccolo capolavoro, conversando con chi vorrà essere presente per godere di questo racconto.
Io consiglio la lettura del libro a bambini dai 9/10 anni in su che iniziano a coltivare i primi veri interessi, e che possono riscoprire nel personaggio di Vivian Maier un esempio positivo di chi non ha mai detto di no alle proprie passioni!
Buone letture!
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